Dolmen e Menhir sono misteri archeologici. Mari di parole sono state spese nel tentativo di spiegarne l’origine. Nel racconto I Giganti Bianchi, già il titolo svela la spiegazione che intriga l’autrice. Entriamo in questa storia in punta di piedi, con la cautela delle atmosfere fiabesche e l’esaltazione del ricordo di un sogno. La trama è lieve come un soffio ma svela un’idea ben precisa.
Le immagini, quasi come degli elaborati graffiti preistorici, ci mostrano uno stile dalle ispirazioni naïf miscelate alle tendenze contemporanee. Entrando in esse, è come se ci staccassimo dal presente e venissimo proiettati in un passato, o addirittura in futuro, leggendario.
Il racconto è un viaggio a ritroso nel tempo. Lo sguardo si posa su terre non ancora perfettamente formate, evanescenti. Si narra di Giganti, dei loro sentimenti, dei loro pensieri, che vengono raccolti nel vento, e si crede che sia lo stesso vento che soffia adesso a portare con sé tutte le storie che si sono susseguite dall’alba dei tempi a oggi.
Stefan Turk è un pittore e artista triestino che si esprime attraverso diverse modalità, dalla pittura a olio, alla scultura e le chine. Si muove nell’astrattismo così come nella rappresentazione di paesaggi e l’illustrazione per ragazzi. Ha un tratto realista ma anche fantasioso.
Per questo racconto ha creato delle tavole che si potrebbero definire naïf. Si tratta, però di un naïf nuovo, contemporaneo. Forse l’artista nello sforzo di dar corpo a qualcosa che c’è e non c’è, ossia il mito, ha inventato un nuovo modo per esprimersi. La semplicità dei soggetti rappresentati, si trova immersa nella complessità della composizione di ogni immagine, anche a livello materico.
L’autrice, Cristina Marsi, ha pubblicato 30 libri con diverse case editrici, in Italia e all’estero.
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